Recensione – “Il rifugiato dell’abbazia” di Ellis Peters

Buon venerdì! Oggi riprendiamo in mano le cronache di fratello Cadfael, un monaco gallese dotato e intelligente, in grado di risolvere anche i casi di omicidio più complicati nella cittadina in cui vive. Recensiremo Il rifugiato dell’abbazia di Ellis Peters

Abbiamo già avuto modo di parlare di alcuni libri di questa saga sul nostro blog: se vi siete persi il post precedente, potete recuperarlo qui

“Il rifugiato dell’abbazia” di Ellis Peters

Il rifugiato dell’abbazia di Ellis Peters (TEA, 1993) è un romanzo storico avvincente, in cui la verità non è così ovvia come potrebbe sembrare. Solo una mente brillante, che pensa fuori dagli schemi, riuscirà a venire a capo dei fatti. 

Personaggi: i protagonisti principali sono il monaco Cadfael; Liliwin, giocoliere e intrattenitore; Susanna, figlia di un orefice; Rannilt, giovane domestica di Susanna. 

Trama: durante la festa di matrimonio del figlio Daniel, l’orefice del paese subisce un’aggressione e un furto. Tutti i partecipanti alla festa accusano subito Liliwin, un giovane giocoliere chiamato per intrattenere gli ospiti che era stato cacciato via poco prima a causa di un incidente. Braccato come un animale, il ragazzo è costretto a trovare riparo nell’abbazia, dove viene accolto e salvato da un sicuro linciaggio. Fratello Cadfael, dopo aver ascoltato le varie versioni della storia, inizia le sue indagini personali. Il frate si fa un’idea ben precisa della situazione ed è sempre più convinto dell’innocenza di Liliwin. 

Nel frattempo, viene trovato il cadavere di un fabbro (che lavorava con l’orefice) sulla riva del fiume e i sospetti prendono una strada diversa. Perché Daniel è stato visto lasciare la propria casa in tarda serata? E perché sua sorella Susanna sta progettando una fuga con l’artigiano che lavora per suo padre, portandosi dietro la giovane e fedele aiutante Rannilt? Queste sono solo alcune delle domande che troveranno risposta nel drammatico e inaspettato epilogo. 

Ritmo: è tranquillo e, unito alla storia appassionante, rende questo romanzo davvero imperdibile. Si adatta a chi vuole rilassarsi con un libro interessante, non violento e mai banale. 

Stile di scrittura: la narrazione di Ellis Peters è unica, affascinante e riprende alla perfezione le ambientazioni e la vita del pieno Medioevo, facendo vivere al lettore la Storia in prima persona. Consigliamo questo romanzo soprattutto a chi ama immergersi in una lettura soft, ma comunque piena di aspettativa. 

Un libro in una frase: hai aspettato per tutta la vita la tua occasione, e adesso sei disposto a tutto pur di non lasciartela sfuggire. Ma a quale prezzo? 

E voi conoscete già qualche storia di Ellis Peters? Avete già avuto modo di incontrare fratello Cadfael? Fatecelo sapere nei commenti 😃 

8 pensieri riguardo “Recensione – “Il rifugiato dell’abbazia” di Ellis Peters

  1. Questo libro l’ho letto molti anni fa e concordo che è un vero gioiello. Di Padre Cadfael ho letto diversi titoli che ho trovato tutti interessanti.
    Peters ha uno stile inconfondibile: pacato ma mai noioso, usa la psicologia per animare le imprese del frate gallese. Gli omicidi non sono mail il fulcro della narrazione ma solo lo spunto narrativo per studiare la psiche umana.

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    1. Sono perfettamente d’accordo. Mi fa molto piacere che tu abbia gradito queste storie tanto quanto me 😄
      Anche io ho già letto alcuni volumi di questa serie, e conto di aggiungerne altri alla lista prossimamente…

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